Descrizione
Il progetto CambiaMenti. Percorso antiviolenza per uomini, attivo a Trento dal 2023, continua a consolidarsi come uno strumento fondamentale per rafforzare la protezione delle donne vittime di violenza nelle relazioni affettive e per ridurre il rischio di recidiva.
Nato dalla collaborazione tra la fondazione Famiglia materna di Rovereto e l’associazione laica famiglie in difficoltà - Alfid, il progetto è sostenuto dal Comune di Trento, che da oltre due anni ospita il Centro uomini autori di violenza (Cuav) nei locali al piano terra di via Verruca 1, concessi con finalità sociali. CambiaMenti si fonda sull’idea che la sicurezza delle donne passi attraverso un intervento mirato sugli autori di violenza, lavorando in un’ottica di prevenzione e promuovendo una trasformazione profonda dei comportamenti a rischio.
Il percorso è rivolto a uomini che hanno agito violenza o che riconoscono di aver messo in atto comportamenti violenti. Si sviluppa attraverso una fase preliminare di valutazione individuale e un successivo lavoro di gruppo della durata di 8–9 mesi, con incontri settimanali. “Il primo passo – spiega Sandra Dorigotti, presidente di Alfid presente oggi, lunedì 24 novembre 2025, alla conferenza stampa post Giunta – è riconoscere la violenza e assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Da qui si avvia un percorso di consapevolezza, centrato sulle emozioni e sul controllo delle spinte aggressive”. parte un lavoro sulle emozioni e sul controllo delle spinte aggressive».
A CambiaMenti è possibile accedere volontariamente oppure su invio degli assistenti sociali, degli avvocati o dell’autorità giudiziaria. Il programma è condotto da operatori specializzati con formazione psicologica e pedagogica che oltre a incontri individuali e di gruppo, comprende anche il cosiddetto contatto partner, un monitoraggio volontario con le partner coinvolte, atto ad osservare eventuali cambiamenti nelle dinamiche relazionali e a garantire la sicurezza delle donne.
Attualmente sono attivi tre gruppi due a Trento e uno a Rovereto. Ogni gruppo accoglie fino a 12 partecipanti. Solo nell’ultimo anno circa 60 uomini sono stati valutati nella fase preliminare del percorso. “Le ricerche internazionali dimostrano che questi interventi sono efficaci – aggiunge Dorigotti – perché avviano processi di consapevolezza e rieducazione, sostenuti anche dal confronto tra uomini che si trovano in momenti diversi del percorso di trasformazione personale”. Significative, in questo senso, sono le testimonianze delle partner, che riportano un maggior controllo delle emozioni e la cessazione di episodi di violenza, segnali concreti del valore di questo lavoro educativo e relazionale.