Interviste
Quale sarà il paesaggio di Trento nel futuro? Questa domanda è stata posta a quindici testimoni privilegiati che a diverso titolo si occupano dell'argomento “paesaggio” nella nostra città.
Le risposte, partendo dalle luci e dalle ombre che compongono la ricchezza del paesaggio suggeriscono diverse chiavi di lettura che aiutano ad elaborare un’interpretazione della situazione attuale utile ad individuare gli obiettivi di qualità paesaggistica del futuro.
Adriano Frisanco
Cittadino trentino e fotografo, con una particolare passione per la fotografia del paesaggio naturale e urbano.
Come la fotografia interviene nel rapporto tra uomo e paesaggio? E quali relazioni con il paesaggio urbano? Il fotografo Adriano Frisanco ripercorre le immagini del territorio trentino, estremamente urbanizzato. Tra gli elementi identitari dell'assetto paesaggistico di Trento, sottolinea: il Doss Trento, un balcone dove poter spaziare con lo sguardo e la fantasia e un luogo ancor oggi poco fruito anche per la sua difficile accessibilità; l’area Italcementi che in prospettiva futura possa rimanere testimonianza dell’importante passato industriale della città di Trento; il rapporto con il fiume Adige e il suo paesaggio sonoro, elemento critico e impegnativo ma che deve rimettersi in relazione con la città; ed infine il Monte Bondone, ancora troppo lontano per i trentini. Una città che, se immaginata nel futuro, sarà un po’ più silenziosa e ricomposta (in particolare fra est e ovest), dove la mobilità dolce ha avuto il sopravvento. Una città dove la scoperta è alla portata di tutte e tutti.
Durata: 18'13''
Alberto Folgheraiter
Giornalista e scrittore
L’autore non ha dubbi: ci sono molti elementi diversi che connotano la città di Trento. Fra questi lo spostamento del fiume Adige, un’anima contaminante per la città oggi perduta. E poi il Doss Trento, primo insediamento e continua memoria storica, e l’ex sanatorio oggi facoltà di Mesiano di forte impatto visivo. E sull’impatto visivo l’autore ricorda anche le Torri di Madonna Bianca e i molti campanili cittadini: identità di quartiere che andrebbero valorizzate. Guardando al futuro, è fondamentale ripopolare autenticamente il centro storico, riportando cittadini, botteghe, osterie e cibo. E poi riallacciare un rapporto con il “fiume che non c’è più” attraverso una narrazione creativa particolarmente importante per le giovani generazioni. Va ripensato e efficientato il sistema di accessibilità a determinati contesti quali il Doss Trento e il Monte Bondone. Ed infine è importante valorizzare le piccole comunità montane ancora presenti, con le loro tradizioni e peculiarità sociali.
Durata: 11'09''
Alessandra Stelzer
Rappresenta la seconda generazione dell’azienda vitivinicola Maso Martis.
Come l’agricoltura connota il paesaggio e che ruolo può avere nel contemporaneo? Alessandra Stelzer, cresciuta in un maso all’interno di un’area coltivata a vigneto, è impegnata direttamente nell’attività dell’azienda familiare. Trento per lei si identifica con lo spazio aperto: Trento è montagna. A seguire, sono elementi identitari il Castello del Buonconsiglio e la Piazza del Duomo, il balcone di Sardagna ed infine il recente quartiere delle Albere che, seppur molto discusso, rappresenta un nuovo elemento di attrazione per la città. Una città in equilibrio, fra edificato (storico e contemporaneo) e il contesto rurale. E un ambito urbano che, nel suo sviluppo futuro, deve puntare su questo equilibrio facendolo scoprire, anche attraverso percorsi di narrazione, al turista e fruitore.
Durata: 8'24''
Alessandro Gretter
Chief scientific office Fondazione Mach
Trento per lui si identifica in diversi elementi. Primo fra tutti il sistema di mobilità, fattore oggi problematico anche in relazione alle connessioni territoriali. Trento è una città caotica, ancora troppo legata al mezzo carrabile privato. Segue poi il disordine urbanistico della zona di Trento nord, impattante non solo per quanto riguarda il paesaggio ma anche in riferimento all’assetto ambientale del Comune. Ma Trento è una città che si vede rurale e contemporaneamente, nel contesto del fondovalle, con grandi potenzialità di sviluppo sul piano della mobilità dolce. Un contesto da guardare non solo “in piano” ma anche in verticale. Alessandro Gretter, pensando alla Trento del futuro, guarda alla città auspicando proprio un forte alleggerimento del sistema viario. Un territorio capace di esprimere tutte le sue potenzialità rispetto a questo tema e un ambito che sarà ancora più investito da processi di riqualificazione e rigenerazione del tessuto urbanizzato.
Durata: 15'36''
Carlo Detassis
Comitato per la salvaguardia di Gabbiolo
Presidente del Comitato di Gabbiolo, gruppo di abitanti del sobborgo. Per lui la città dovrebbe valorizzare di più la realtà dei borghi, sia con lo scopo di contrastare il consumo di suolo quanto per percepire maggiormente uno dei connotati autentici del sistema urbanistico e insediativo della città. Borghi fatti di masi e costruzioni storiche, da scoprire e abitare. Ma Trento è anche una città di infrastrutture, di urbanizzazione che continua a minacciare l'equilibrio tra superfici permeabili e impermeabili. Un città mosaico fatta di natura, agricoltura, centri abitati, fondovalle. E se questa città venisse proiettata nel futuro? Sicuramente dovrebbe essere connotata da una maggior cura per gli aspetti di biodiversità e sviluppo ecosistemico locale. Un processo che protegge e valorizza il concetto di naturalità, di rete ambientale, di corridoio ecologico e infrastruttura verde. Una città che si prende cura di sé stessa puntando tutto sullo spazio aperto.
Durata: 13'41''
Claudio Maurina
Ordine degli agronomi e forestali
Dottore forestale e presidente dell’Ordine degli Agronomi della PAT. Libero professionista e dottore forestale, identifica Trento in primis pensando al rapporto città - campagna, fattore conflittuale anche perché non controllato e indirizzato dalla pianificazione del territorio, e alla relazione, oggi mancante, con il sistema idrografico primario e secondario (dall’Adige alle numerose rogge). Ma anche una Trento votata agli spazi aperti e al mondo rurale, al bosco che circonda la città. Ed infine il Doss Trento, la Verruca, fondamentale dal punto di vista ecologico e elemento iconico per la città. E guardando a Trento nel futuro, è sempre il verde che connota l’immaginario, viste anche le grandi opportunità della futura progettazione: l’interramento della ferrovia cittadina che diventa un boulevard verde (ancora più importante pensando alla recente situazione pandemica). Il tutto legato ad una forte e ferma volontà di perseguire la strada del consumo di suolo zero.
Durata: 12'17''
Elena Dai Prà
Professoressa associata di geografia storica Dipartimento di lettere e filosofia UNITN e direttrice del Centro Geo-Cartografico di Studio e Documentazione (GeCo).
Lo sguardo della geografa sottolinea come il paesaggio di Trento sia ancora carico di segni ed elementi che, dall’epoca romana, hanno giocato un ruolo fondamentale nell’assetto attuale. L'impianto del centro storico, il rapporto con il passato militare, e poi l’annoso tema delle acque che proprio in epoca asburgica ha rotto la forte relazione con il fiume Adige e con l' antica ramificazione idrografica. Una storia oggi da riscoprire anche attraverso l’approfondimento dei toponimi che permangono allo scorrere del tempo. Il territorio di Trento è poi capillarmente interessato da un grande patrimonio di ville, elementi identitari per le popolazioni trentine. In futuro sarà proprio la riscoperta e valorizzazione di queste tracce l’elemento sul quale puntare, anche laddove non visibili facendo affidamento su materiale d’archivio (cartografie, fotografie…).
Durata: 13'01''
Francesco Antoniolli
Ristorante al Vò
Ristoratore, da sempre impegnato nel sociale, recentemente consigliere nel CDA della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Trento per lui si identifica principalmente con un paesaggio curato e ordinato, fattore notato anche da turisti e fruitori esterni. Una forte attenzione all’aspetto ecologico che proprio nello sguardo di paesaggio riesce a narrarsi e ad essere percepito. Prosegue poi indicando l’attenzione al tema della mobilità dolce e al sistema agricolo, in particolare vitivinicolo. E guardando al futuro l’auspicio è quello di proseguire proprio su quella strada “di cura” intrapresa ormai da tempo dalla città trentina, a cui si aggiunge un discorso turistico: questo ambito bello e curato deve essere anche trasmesso al di fuori del contesto locale. Una strada che passa indubbiamente dalla mobilità, dalla diversificazione dei mezzi e dal collegamento con i sobborghi, elementi costitutivi della morfologia di Trento.
Durata: 12'40''
Gianluca Cepollaro
Direttore della Scuola per il governo del territorio e del paesaggio STEP
Trentino di adozione, conferma come il tema del paesaggio sia al centro dell’agenda trentina. Un paesaggio inteso come spazio di vita, in linea con la Convenzione Europea del Paesaggio, che passa dall’essere visto all’essere vissuto. Un ambito che quindi trova in molti elementi i suoi caratteri identitari: luoghi ma anche sentimenti ed emozioni. Trento è una città dove è bello vivere, capace di assicurare una buona qualità di vita. Un contesto che oggi, a differenza del passato, è chiaramente in divenire, in cui il futuro e la strada che lo condizionerà è chiara: cultura, ricerca, vivibilità. Rimangono però alcune criticità sia di carattere urbanistico che sociale. Elementi quali: le connessioni interne al tessuto urbano e in collegamento con lo spazio rurale, a quei fenomeni di sviluppo periferico sia a nord che a sud rispetto al centro storico che stanno diventando evidenti. Elemento peculiare oggi e di riflessione per il futuro rimane il rapporto con l’acqua (dalla rete primaria a quella secondaria delle rogge): un tempo elemento identitario e oggi perduto. Ma Trento sarà in grado di cogliere tutte le opportunità che oggi si pongono, affrontando le sue criticità con coraggio.
Durata: 12'55''
Giorgio Tecilla
Architetto e dirigente in materia urbanistica della Provincia autonoma di Trento
Architetto, dirigente di unità di missione in materia urbanistica e dell’Osservatorio del Paesaggio Trentino della PAT “Trento è una bella città”, con un centro storico di pregio cinto da uno spazio aperto di valore. Ma se questa è la situazione generale, esistono degli elementi di criticità anche in riferimento ai processi evolutivi che stiamo vivendo. Il paesaggio di Trento è un quadro contraddittorio, quantomeno per l’ambito del fondovalle oggi congestionato (e già ipotecato sul futuro) dall’attività antropica. Un vero e proprio accalcarsi di elementi, in un ambiente contenuto. Quindi seppur rimangono molto punti di forza (primo fra tutti lo spazio pubblico e il suo buon livello di manutenzione) gli spazi contaminati e l’assenza di una intelligente pianificazione territoriale rimango dei fattori evidenti. In futuro sarà la cura, la sensibilità, la ricerca dell’armonia, a guidare lo sviluppo. Assieme ad una gelosa custodia “del bello”. In questa prospettiva un ruolo centrale lo avranno le aree agricole, perché l’agricoltura da sempre si fa carico della cura del paesaggio e dello spazio. Supportata dall’attenzione alla sostenibilità che già oggi è diventata parte della quotidianità della città trentina.
Durata: 18'43''
Giuliano Micheletti
Architetto e viticultore, portavoce dell’associazione Biodistretto di Trento.
Il presidente del Biodistretto di Trento, ritrova proprio nel sistema agricolo la principale peculiarità cittadina. E poi il “sistema tridentino” e i suoi dossi il vero elemento identitario, icone morfologiche ancora oggi poco conosciute e valorizzate. Così come il rapporto con il fiume Adige, un rapporto perduto ma che rimane immutabile nell’identità locale. Trento è una città arcipelago, con un nucleo centrale e gli insediamenti storici propri dei contesti di versante. E poi è una città alpina la cui verticalità è un elemento fondamentale. Gli aspetti morfologici (dossi, fiume…) vanno oggi valorizzati per non sprecarne le opportunità intrinseche. E poi va riconosciuto al terreno agricolo, e al conduttore, il suo reale valore. L’agricoltore come “custode” della morfologia trentina che permette poi all’urbanistica di insediarsi in maniera pianificata in questo arcipelago. Senza paura quindi va riconosciuto questo carattere strategico delle superfici agricole sia sotto il profilo dell’uso del suolo e del disegno insediativo ma anche in riferimento al ruolo sociale ed economico che riveste.
Durata: 7'43''
Giuseppe Ferrandi
Direttore della Fondazione Museo storico di Trento
L’identità di Trento continua ad oscillare tra contemporaneità e identità storica. Elemento cardine rimane il concetto di attraversamento e mobilità di Trento che nel tempo ha indirizzato e condizionato la morfologia urbana trentina. “Un casello stradale vecchio di 2.000 anni”. Un tema che però va rovesciato, per rendere quel flusso che oggi la connota meno passivo e più consapevole, arricchendosi nel movimento. E poi il suo essere un ambito di confine che ha subito guerre e tensioni, le cui tracce sono parte della vita cittadina ma, come nel caso delle torri, da riqualificare. “Trento città alpina” è un elemento identitario per il contesto, indubbiamente presente nell’immaginario collettivo. Una definizione che poco ha a che fare con un concetto romantico del paesaggio, ma più che altro un sottolineare l’importanza del paesaggio verticale. Ed infine il fiume oggi, tanto cruciale nello sviluppo urbanistico della città ed elemento di memoria storica. Lavorare su un rapporto diverso con il fiume Adige facendo leva sulla presenza di aree dismesse nei pressi, sarà un passaggio fondamentale nello sviluppo del paesaggio urbano di Trento.
Durata: 11'25''
Lydia Floess
Funzionaria della Soprintendenza per i beni culturali della PAT
Sono quattro le aree cittadine che dallo studio della toponomastica, possiamo definire identitarie per Trento: le Albere (qualificazione culturale), loc. Spini di Gardolo (qualificazione industriale), area di San Vincenzo (qualificazione gestionale) ed infine Via del Suffragio - contrada tedesca (qualificazione storico- urbanistica). Ambiti riconosciuti dalla popolazione con nomi dialettali ancor oggi largamente utilizzati, capaci di trasmettere forme di paesaggio originarie ed evidenti in antichità. Luoghi che sono metafora della storia, più o meno recente, della città. E quale approccio per lo sviluppo futuro di Trento? Leggendo, letteralmente, il paesaggio e interpretandone la più primitiva e radicata essenza.
Durata: 12'55''
Matteo Boato
Cittadino trentino e pittore
Il centro storico cittadino, le vecchie mura e la Trento medievale, Torre Verde e l’antico segno fluviale. Questi sono gli elementi per lui identitari per la città di Trento. Ma pensando più al contemporaneo anche la finestra sull’Adige data dal nuovo quartiere delle Albere oggi rappresenta un carattere distintivo. E altrettanto il limite dato dall’attuale sedime dell’Adige e i borghi che stanno “dall’altra parte”. Una città che può contare su ampi spazi verdi e sulle montagne che la incorniciano. Come il Bondone, una finestra sottovalutata ma che può regalare una vista organica e spaziosa, e i tre dossi tridentini, a cui dobbiamo il famoso appellativo. E se Matteo Boato dovesse esprimere un desiderio in merito allo sviluppo di questi elementi, sicuramente la prima riflessione riguarda proprio il centro storico e il cuore medievale, un carattere da marcare e valorizzare puntando sulla pedonalità. E poi una “ripresa” del fiume Adige, ad esempio nella semplicità di un parco. Puntare sulla natura, sul ruolo del verde è la strada per lo sviluppo futuro.
Durata: 10'47''
Maurizio Tomazzoni
Architetto, consigliere dell’Ordine degli Architetti della PAT
Trento può contare su alcuni elementi chiari, visibili, macro. In primis il suo centro storico e il rapporto con gli altri quartieri che, proprio per l’attrattività e la bellezza del nucleo centrale, rimangono nell’ombra. Una relazione che si collega con l’altro carattere distintivo: il sistema della mobilità ed in particolare carrabile. Una peculiarità buona per certi versi, ma pesante per altri. Trento è una città inclusiva, che produce cultura, amministra e si connota oggi come una città smart, qualifica sopraggiunta grazie ad un investimento delle amministrazioni e allo sviluppo di visioni complesse. Ultimo elemento: la sua montagna, il Bondone. Proprio da quest'ultimo si può partire per guardare alla Trento del futuro, puntando ad una visione paesaggistica in evoluzione. Ma il grande lavoro rimane quella ricucitura tra il centro e la periferia. Un’iniziativa, in particolare per i quartieri di fondovalle della parte settentrionale, che guarda alla rigenerazione e al mix funzionale e che passa per la creazione di nuovi poli di attrazione e un generale ripensamento al sistema di mobilità che deve guardare ad una maggiore sostenibilità e fruibilità universale.
Durata: 17'08''
Sergio Divina
Centro Santa Chiara
L’identità di Trento è legata alla montagna e in particolare al Monte Bondone. La città e il monte oggi sono distanti ma potrebbero essere molto più vicini. Secondariamente il sistema idrografico primario e secondario deve giocare ancora oggi un ruolo centrale, anche in riferimento all’antico sistema delle rogge. Trento è una città verde, fatta di parchi urbani da preservare e valorizzare fra cui, in prospettiva futura, un ruolo lo gioca il Doss Trento, elemento iconico che potrebbe essere un grande parco urbano per tutti e tutte. Ed infine l’ospedale e il quartiere della Bolghera, oggi stretto e congestionato che meriterebbe una migliore programmazione e presenza di servizi pubblici. Proprio lo sviluppo futuro dell’ambito ospedaliero è l’emergenza a cui rispondere in un prossimo futuro, in un’ottica di pianificazione e realizzazione di un ampio polo attrattivo multiforme. Prosegue, poi, immaginando una Trento con collegamenti più veloci ed efficienti, cittadini ma anche in connessione con i borghi circostanti e la montagna. Nel guardare al futuro il mettersi in relazione anche con altre città può essere di grande ispirazione.
Durata: 18'41''